Bruce Lee, le top model e la nuova cover di Vogue settembre
non è problematica, è solo che non è poi così contemporanea
Bruce Lee, supermodels and the new September Vogue cover – read this article in English
In questo momento storico la gente vuole inclusività e realtà dalle immagini che vede ogni giorno. Lo zeitgeist si basa tutto sull’estetica del naturale, semplice, perfettamente imperfetto. Il problema è che le immagini non sono ancora del tutto pronte per la sfida.
In questo senso la cover di settembre di Vogue non pare contemporanea. Un gruppo di venerate e storiche icone della moda sulla cinquantina cristallizzate in forma di barbie perfette, senza più emozioni né sfumature.
Dobbiamo davvero iniziare a chiederci perché non lasciamo che le nostre icone cambino. Perché le teniamo ostaggio di editoriali degli anni Novanta? Cosa celebrano queste immagini, se celebrano ancora qualcosa? O forse utilizziamo queste immagini come esorcismo collettivo contro il terrore del tempo che passa?
Ora più che mai vogliamo vedere le donne invecchiare. Il problema è che invecchiare è l’ennesima cosa che le donne devono fare bene.
In teoria dovresti reagire al tuo invecchiamento; solo non troppo. Se fai troppo poco ti sei lasciata andare. Se fai troppo sei ridicola. Devi fare il minimo indispensabile, un'accumulazione di sforzi senza sforzo, invisibili ai profani, un lavorio persistente e ricorrente che ti permetterà l’accesso alla società come donna bella. È estenuante ed è un lavoro richiesto da tutte le donne di tutte le età nella nostra società.
C’è una scena nel film ‘I tre dell’operazione Drago’ dove Bruce Lee cerca di colpire il suo nemico in una stanza piena di specchi. L’immagine del nemico riflessa decine di volte in tutta la stanza confonde Bruce Lee, che continua a colpire le immagini riflesse mancando sempre il suo nemico. Alla fine riesce a colpire il suo nemico distruggendo tutti gli specchi e facendo scomparire tutte quelle immagini fuorvianti per sempre.
Mi domando se questo non potrebbe essere il momento giusto per il mondo della moda di iniziare una conversazione su questa grande stanza di specchi che abbiamo creato per noi e le nostre top model. Mi domando se potremo lasciare le nostre icone esistere liberamente fuori da questi specchi luccicanti. Se ci sia spazio per accogliere il cambiamento non solo dei nostri corpi ma anche dei nostri desideri e della nostra immagine con il passare del tempo.Davvero la vita è insopportabile fuori dal mondo di plastica1? Mi pare che dopotutto la vita lì non sia poi così fantastica.2
“Plastic world”. Aqua, Barbie Girl (1997)
‘Life in plastic is fantastic’. Aqua, Barbie Girl (1997)