Treni in partenza, date storiche inutili e immagini trovate sull'internet: cosa hanno in comune?
niente, scusami. Perché, che pensavi? Sull'organizzazione della conoscenza.
una volta mi trovavo alla stazione e per qualche assurda ragione i treni in partenza erano mostrati sullo schermo in ordine alfabetico. tutte quelle informazioni erano completamente inintellegibili. archiviare e organizzare la conoscenza non è abbastanza: il punto fondamentale è come la suddetta conoscenza verrà sperimentata e consultata.
viviamo in un'epoca in cui una miriade di informazioni sono disponibili in qualche microsecondo tramite una ricerca google e bacheche personalizzate sui social media ci propongono una sfilza di informazioni costantemente nuove. memorizzare e accumulare un sacco di informazioni potrebbe non essere più una buona strategia per imparare.
Quando ero a scuola, odiavo essere costretta a leggere e memorizzare tutte le date degli eventi storici del mondo, o peggio ancora, le date che facevano parte della biografia di qualcuno. Oggi più che mai sembra ridicolo sprecare l'abilità cognitiva e di concentrazione dei nostri figli con un compito così inutile che non contribuirà mai a far loro capire la portata storica delle cose di cui leggono. Già non aveva senso ai miei tempi (che vecchiaia), figurarsi oggi.
La maggior parte delle date sono ottenibili con una rapida ricerca online, mentre avere un'idea di certi momenti storici chiave no. E lo stesso vale per la memorizzazione di vocaboli in un'altra lingua: nessuna parola rimarrà impressa se non è vista in un contesto e poi riutilizzata. Trovare una parola che non si sa è cosa fatta in un attimo, mentre risultare naturale ad un madrelingua no1. Potrei dire lo stesso delle poesie imparate a memoria a scuola, ma da poetessa part-time ritengo sia una buona cosa imparare a memoria poesie e sacra scrittura (di qualsiasi religione si voglia). Non condivido il far studiare a tutti la stessa cosa e incoraggerei ognuno a studiare a memoria le cose che sono rilevanti per sé2.
Sin da adolescente, sono stata perseguitata dall'idea che le cose interessanti e i ricordi più vividi si accumulassero senza fine e che io non potessi fare nulla per catturarli, trattenerli e archiviarli. A 16 anni, scrissi una poesia che spiegava così bene questa ansia che è diventata uno dei miei scritti preferiti. Diceva così:
trucioli
di cose
mi volano
di dosso
come
fosse
nulla
Come un sacco di creativi o pseudo tali, ho un vasto archivio di cose che ho trovato negli anni esteticamente affascinanti e d'ispirazione. Da quando poi ho avuto uno smartphone e mi sono iscritta sui social media questo archivio si è espanso enormemente a causa del costante indotto di schermate del telefono con cose interessanti trovate sull'internet e delle foto fatte alle mostre a cui andavo. Più si espandeva l'archivio e meno mi ispirava creativamente.
Dopo tanti anni di cura dell'archivio, durante il primo lockdown ho iniziato le pulizie di primavera e ho deciso di tenere solo le cose che significavano qualcosa per me personalmente o che mi erano di ispirazione per qualche progetto. Così facendo, gran parte dell'archivio ha iniziato a scomparire. Per quanto riguarda le schermate e le foto, ho scoperto una cosa molto deprimente: la maggior parte di queste cose aveva una sorta di data di scadenza. Riguardarle a un anno o due di distanza spesso non aveva più senso. Le cose hanno bisogno di essere processate, riguardate, ripensate. Tante cose esistono solo nel momento in cui le incontriamo, per le persone che siamo in quel momento. La cosa migliore da fare è attendere alle cose per come sono piuttosto che prendere e metterle da parte per uso futuro.3
Quindi, cosa ho imparato da treni in ordine alfabetico, l'anno in cui Giosuè Carducci si è laureato e il mio processo di riordino digitale delle ispirazioni. Beh, un paio di cose. Perché la conoscenza sia rilevante, deve essere:
Processata in tempi ragionevoli e non solo archiviata.
Interattiva e revisionata nel tempo.
Interconnessa, in qualche maniera inusuale o secondo un tema.
E questo è tutto, gente.
PS: La volta scorsa ti ho chiesto di non sparare sui ritoccatori. Questa settimana ti chiedo di non sparare sui professori: fanno del loro meglio e vogliono solo che i loro studenti abbiano successo. A meno che non si tratti di professori psicopatici, ma non è questo il punto!
Credo che però l'intelligenza artificiale lo renderà progressivamente più semplice.
Ma questa è un'altra storia... ed è sempre un'altra storia, no? Ecco perché ho una newsletter settimanale!
O come diciamo in Sicilia: per le feste grandi.